Tragedia Natisone, spunta la telefonata di Patrizia al 112: “Non c’è più tempo, per favore”

Spunta la telefonata di Patrizia Cormos, una delle tre vittime della tragedia del Natisone, al 112: “Vi prego, solo un elicottero può salvarci”

Non abbiamo più tempo, per favore, non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci“. Sono queste le parole che Patrizia Cormos, una delle tre vittime della piena del Natisone, pronunciò all’operatore del 112 che ricevette la telefonata in quel 31 maggio 2024.

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Tragedia del Natisone: la telefonata di Patrizia (Turismosanpellegrinoterme.it)

Gli audio delle telefonate, attualmente al vaglio degli inquirenti e considerati una delle prove più importanti per lo svolgimento delle indagini, sono stati ascoltati anche da Mihaela, mamma di Patrizia.

Quest’ultima, rispetto al dramma che ha visto coinvolta la figlia, non ha esitato a far pervenire il suo commento. “È una vergogna – ha detto -. I ragazzi sono stati messi in attesa, senza alcun sostegno, l’operatore sembrava quasi scocciato“. Prima di analizzarli, cerchiamo di ricostruire cosa avvenuto alle tre vittime della tragedia.

Natisone: Patrizia, Bianca e Cristian travolti dalla piena del fiume

È il 31 maggio 2024 quando Patrizia Cormos (21 anni), Bianca Doros (23) e Cristian Molnar (25) perdono la vita, inghiottiti improvvisamente dalla piena del fiume Natisone, in località Premariacco. Prima di essere travolti, però, i tre provano continuamente a mettersi in contatto con il 112.

Per il caso, la procura della Repubblica di Udine ha recentemente comunicato l’avviso di conclusione delle indagini sulle quattro persone coinvolte nell’inchiesta. Si tratta di tre vigili del fuoco e di un operatore della sala operativa regionale emergenza sanitaria Fvg, accusati di omicidio colposo.

fiume natisone
La tragedia del Natisone (Turismosanpellegrinoterme.it)

L’inchiesta, nella fattispecie, si è concentrata sui tentativi che Patrizia stessa fece per mettersi in contatto con i vigili del fuoco della sala operativa di Udine. Chiamate che, a quanto emerso, sarebbero state prese sottogamba dagli operatori. Durante una di queste chiamate, nella fattispecie, Patrizia viene messa in attesa per sei minuti dopo aver chiesto disperatamente all’operatore in quanto tempo sarebbero giunti a soccorrerli.

Le accuse a carico degli indagati

Sembrerebbe, stando a quanto emerso, che l’operatore che rispose alla 21enne si sia dimostrato particolarmente scocciato al telefono. La procura di Udine, a tal riguardo, è al lavoro da mesi per cercare di ricostruire tempistiche e modalità di soccorso.

L’ipotesi di reato a carico dei quattro indagati è di omicidio colposo plurimo. Gli stessi, convocati per un interrogatorio nelle giornate di 4 e 5 dicembre 2024, non si erano presentati.

Patrizia Cormos
La giovane Patrizia Cormos (Turismosanpellegrinoterme.it)

Stando ai tabulati telefonici e alle telefonate messe agli atti, tra la prima telefonata di Patrizia per richiedere soccorso (13.29) e l’ondata di piena che uccise i tre giovani trascorsero circa 40 minuti. Quando, alla prima telefonata, i ragazzi comunicano di essere su un isolotto e di non riuscire a raggiungere l’argine, il 112 consegna la gestione della cosa ai vigili del fuoco. Cosa accadde, dunque, in quei 40 minuti?

Soccorsi arrivati troppo tardi

Una squadra del soccorso tecnico dei vigili del fuoco giunge a Premariacco alle 13.55. Quando, ormai, l’isolotto è completamente sommerso dalla piena del Natisone. L’elicottero dei vigili del fuoco, invece, decolla da Venezia alle 14.03 e giunge alle 14.28. Troppo tardi per salvare la vita ai giovani. “Chiunque chiami per chiedere aiuto non dovrebbe mai essere messo in attesa – queste le parole della mamma di Patrizia -. Chi ha formato queste persone? Com’è possibile che non abbiano sentito le grida di quei ragazzi?“.

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